Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”

Si avvicina il suono della prima campanella, quella che segna l’inizio di un nuovo anno scolastico.
Ogni inizio porta con sé una particolare trepidazione, carica di aspettative e di desideri da realizzare.
L’anno scolastico che sta per cominciare è, però, diverso e nuovo rispetto ai precedenti: porta la Scuola a spalancare metaforicamente le sue porte alle ragazze e ai ragazzi che, improvvisamente, in un giorno apparentemente non molto diverso dagli altri, hanno lasciato i libri sotto il banco con l’intenzione di riaprirli l’indomani assieme ai compagni e ai professori e si sono visti, invece, catapultare nel mondo virtuale della Didattica a Distanza che pur ha consentito una quotidianità scolastica spazzata via dal vento della pandemia.
È stata la Scuola a segnare il ritmo delle giornate divenute tutte uguali, a realizzare, con la sua rassicurante presenza, la normalità delle relazioni e il mantenimento dei legami sociali.
Le sue “lezioni” a distanza hanno trattato i problemi della vita, quei compiti “reali”, “autentici”, che hanno richiesto la messa in campo di soft skill, quali autonomia, responsabilità, resilienza, flessibilità e, soprattutto, creatività. Quelle competenze, per intenderci, utili ai giovani del terzo millennio per affrontare le nuove e mutevoli sfide che la complessità del mondo globale pone. La pandemia non ha fatto altro che portare alla luce l’interconnessione non solo fra persone, ma anche fra persone e natura.
Abbiamo tutti scoperto, o meglio riscoperto, l’importanza della scholé: un tempo dedicato alle cose amate, allo studio inteso come passione, da parte di giovani che, più che “scolari”, si sentono “studenti”.
Finalmente la Scuola riapre e, con essa, si riaccende il desiderio di apprendere, accompagnato, con dolcezza, dalla disciplina paziente e severa dello studio.
Nessun risultato, nessun raggiungimento di obiettivo è possibile senza l’esercizio rigoroso e sistematico dell’allenamento, unito alla passione e alla perseveranza.
Ogni professione futura, ogni risultato di successo, ogni contributo alla crescita morale e materiale della società non è possibile senza competenza certa, senza solida cultura di base e senza passione per ciò che si fa.
 La società si costruisce, il futuro anche.
In tale costruzione, che la Scuola supporta attraverso la metafora dello scaffolding, tutto è in fieri: scoprendo una radice comune, diviene possibile concepire cambiamenti ed interconnessioni che consentano di vincere paure e conflitti, non ultimi quelli generati dalla parola. Eppure, per dirla con Calvino, “sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l’espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze.”
Riappropriamoci dell’arte della gentilezza. Riscopriamo i valori. Rivalutiamo l’arte e la bellezza.
Proprio attraverso il connubio fra pensiero scientifico e pensiero umanistico si sviluppa quella creatività necessaria ad affrontare le sfide del mondo.
La Scuola è pronta a riaprire i cancelli.
Il Liceo Scientifico “A. Volta” è impaziente di accogliere le sue ragazze e i suoi ragazzi.
Tante novità, quest’anno. Tanti nuovi percorsi da esplorare insieme.
Tra le novità, una nuova preside, felice di accogliere l’eredità che la dirigente scolastica uscente, con generosità e senso del dovere, ha inteso affidarle.
È un Liceo connotato da un forte senso d’identità, il nostro.
È un Liceo dove i 1400 alunni si riconoscono per nome e per storie di vita, dove gli studenti sanno accogliere con garbo e sorriso i nuovi arrivati, segno che la Scuola ha condiviso con loro la fatica di crescere, sapendo trovare il modo di “parlare al cuore”.
La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Paul Valery ha detto: Il faut  être léger comme l’oiseau, et non comme la plume”.
Siate liberi come gli uccelli, ragazzi.
Volate. Alto.
Buon anno scolastico!